per update e upgrade dobbiamo escogitare qualcosa per forza.... nel caso di yum hanno una differenza sostanziale...... update è più "sicuro", aggiorna senza stravolgere, upgrade è più radicale e si tira via gli obsoleti.

Per quanto riguarda policy, io sarei per l'utilizzo di regole, disposizioni, criteri.... meglio regole. Ma non di sicuro policy....non mi dà minimamente idea di cosa sto andando a fare....è uno di quei termini inglesi così orrendi... mi suona malissimo :-S

Il giorno 2 aprile 2009 8.50, Gianluca Sforna <giallu@gmail.com> ha scritto:
2009/4/2 Francesco Tombolini <tombo@adamantio.net>:
> Secondo me siamo in una condizione di grande flessibilità che possiamo
> sfruttare al meglio.
> Fermo restando che i termini "upgrade/update" si traducono entrambi in
> "aggiornamento", abbiamo manifestato l'esigenza di precisarne il
> significato, se richiesto, a seconda del contesto.
> A questo punto:
> Abbiamo l'opportunità di tradurre i termini letteralmente come
> "aggiornamento".
> Non abbiamo l'obbligo di cassare la parola "aggiornamento" in favore di
> un sinonimo.
> Possiamo essere più prolissi in caso di significato dubbio.

Sono d'accordo.
Il punto è però che nel caso di PackageKit ci sono due funzioni di
"aggiornamento": la prima (update) è quella di semplice aggiornamento
di uno o più pacchetti, la seconda (upgrade) di aggiornamento da una
distribuzione alla successiva (F10->F11)

Non credo sia saggio tradurre entrambe con "aggiornamento" perchè
diventa più difficile capire quando si parla dell'una o dell'altra.
Nel caso di PackageKit, il mio parere è che si debba tradurre
update->aggiornamento e lasciare upgrade invariato.

IMHO


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Gianluca Sforna

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